consiglio generale nazionale cisl 16 luglio Avvio stagione congressi

Avviata ieri la stagione congressuale di Cisl. Intervenuto a Roma, Paglini evidenzia le grandi emergenze del Veneto

Il Consiglio generale nazionale, svoltosi ieri a Roma, ha dato avvio ufficialmente alla stagione congressuale della Cisl, che inizierà il suo percorso a gennaio 2025. Dopo la ampia e molto articolata relazione del segretario generale Luigi Sbarra si è aperto il dibattito, nel corso del quale è intervenuto anche Massimiliano Paglini segretario generale di Cisl Veneto.

Paglini ha condiviso con l’Assise nazionale le grandi emergenze per il Veneto di oggi, e insieme le sfide più attuali: «Prima tra tutte vediamo quella abitativa, per risolvere la quale servono politiche abitative nuove, collegate a politiche fiscali che favoriscano l’accesso al mercato degli affitti. E poi senz’altro la crisi demografica e la carenza di lavoratori, nel privato come nel pubblico, con situazioni ormai insostenibili a partire dalle Direzioni provinciali dell’Inps in Veneto».

A tal proposito, nella sua relazione il segretario generale Luigi Sbarra aveva sottolineato la necessità di circoscrivere su base regionale i concorsi pubblici, per questo Paglini ha evidenziato che «diventa una vera pratica di autonomia, di decentramento locale, e contribuirebbe a difendere la competitività del sistema produttivo del Veneto e dei territori».

Nel proprio intervento, ancora, Paglini ha evidenziato come sia necessario intervenire sulle norme che oggi regolano l’immigrazione «per rimuovere pratiche inaccettabili nei centri di accoglienza che sono coacervo di caporalato – ha detto –. Perché chi vive nei CAS non può produrre un reddito superiore all’assegno sociale, pena la perdita dell’alloggio, e questo alimenta purtroppo il rischio di lavoro nero e anche consegna talvolta la persona nelle mani di organizzazioni criminali».

Paglini ha infine chiuso parlando di contratti collettivi: «Diversamente da chi dice che per difendere i lavoratori e le lavoratrici si debbano rivedere i contratti collettivi, pensiamo che i contratti vanno rinnovati, ma soprattutto che ai lavoratori saranno riconosciuti più poteri se si realizzerà la partecipazione: è questa la vera riforma epocale per questo Paese».