Treviso: per le donne ancora redditi bassi

Lunedì, 08 marzo 2010
graficodonne2010

La festa della donna sembra sempre più una cerimonia nostalgica di uno status oramai superato dai diritti acquisiti nel corso degli anni, ma quest'anno, anche anno europeo contro le povertà, abbiamo voluto fare un analisi proprio sul reddito delle donne lavoratrici e pensionate in provincia di Treviso.
"Utilizzando i dati forniti dalle dichiarazioni dei redditi del 2008 (vedi tabella) fatte al Caaf CISL di Treviso (50.493) - spiega Cinzia Bonan, segretario organizzativo Cisl Treviso - emerge che la maggior parte delle donne ha un reddito inferiore a 17.000 Euro, in percentuale proporzionalmente invertito rispetto agli uomini ed incrociando il dato con quello fornito dall'INPS sull'importo medio mensile del 2009 delle pensioni a Treviso da lavoro dipendente - uomini € 1.366,38 - donne € 601,80 - e da lavoro autonomo - uomini € 1.006,93 - donne € 528,42 - si evidenzia che le differenze di reddito tra generi sono ancora molto forti. La differenza nasce anche dagli anni lavorati, le donne vanno in pensione spesso con l'età (60) ovvero con meno anni di contributi versati, ed il lavoro part-time, sicuramente significativo per permettere alle donne di conciliare il lavoro con la famiglia, incide prima sul reddito da lavoro e poi anche sulla pensione".

Quindi è sul reddito, ancor più che sulle retribuzioni, che emergono forti differenze tra i generi e sono molte le donne vicine alla soglia di povertà anche a Treviso, dove si lavora di più che in molte altre parti del paese ma non si riesce ancora a superare la difficoltà di conciliare la famiglia ed il lavoro.
"Dopo molti anni di lavoro fatto sulle pari opportunità per agevolare l'accesso delle donne al lavoro - prosegue - poi concretamente si sacrifica la famiglia o il lavoro, quindi sulla conciliazione bisogna fare molto di più. I servizi per l'infanzia sono carenti e purtroppo concentrati sui primi anni di vita dei figli ma dalle scuole inferiori viene meno un supporto concreto alle mamme, anche il tempo pieno non aiuta chi lavora se le scuole chiudono alle 16. Quindi riteniamo che un aiuto concreto alle donne vada cercato sul riconoscimento del lavoro di cura. La legge regionale sulla non autosufficienza, fortemente voluta dalla Cisl, cita questo tema ma ad oggi non c'è ancora nessuna risorsa economica a disposizione per iniziare una discussione concreta nel merito, ma visti i dati urge sicuramente di essere affrontata".
"Un augurio a tutte le donne - conclude Cinzia Bonan - ed un invito a continuare a impegnarsi perché sono ancora molte le distanze da colmare per raggiungere una piena attuazione delle pari opportunità"

donne, Ust Treviso