First Cisl. Tutele anche per i lavoratori non passati a Intesa San Paolo

Nella galassia delle attività di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca non acquisite da Intesa San Paolo ma destinate alla liquidazione ci sono due società del trevigiano, la Claris Leasing (società di leasing) e la Claris Factor (società per la gestione di crediti d’impresa), controllate interamente da Veneto Banca spa (ora in liquidazione) ma con un profilo economico-finanziario e con una consistenza patrimoniale di tutto riguardo: quasi 7 milioni di euro di utili netti nel 2016, un portafoglio di Crediti in bonis di quasi 900 milioni da gestire e cinquanta dipendenti. Nonostante quindi l’apprezzamento generale della First Cisl per l’intervento del Governo con il decreto Salva Popolari venete, il responsabile della federazione di Treviso, Massimiliano Paglini, interviene oggi sulla questione ricordando che «le due società hanno un valore intrinseco importante che necessita di essere difeso facendo ripartire le attività. Dovesse prevalere una soluzione ‘di mercato’ facciamo appello a tutti i soggetti imprenditoriali e a tutte le categorie economiche locali affinché si difenda il legame con i territori di appartenenza di queste due società per non disperdere il patrimonio di risorse, conoscenze e professionalità che hanno contribuito allo sviluppo delle economie più dinamiche del Paese». Sulla questione delle società non acquistate da Intesa San Paolo e sulla preoccupazione per il futuro dei dipendenti, è intervenuto anche il Segretario generale First Cisl Giulio Romani che a margine dell’Assemblea odierna dell’ABI ha dichiarato «assumiamo la sottolineatura del presidente Patuelli sul fatto che la gestione degli esuberi avvenga ‘sempre in forme volontarie’ come la volontà di trovare analoghe soluzioni anche per i 726 lavoratori delle aziende rimaste escluse dal salvataggio delle due banche venete; molto bene le affermazioni di Patuelli e del Governatore Visco sulla necessità di gestione paziente degli npl che chiediamo venga colta anche come occasione per la rioccupazione dei lavoratori delle banche in crisi».